*Entrevista en italiano
La poesia come ferita aperta
In Carne, Valentina De Marco, poetessa italiana che attualmente vive in Spagna, ci conduce in un universo dove la poesia non si limita alle parole, ma diventa un’esperienza cruda e viscerale.
Una scrittura coraggiosa, sensibile, personale e profonda, che, attraverso questa edizione bilingue spagnolo-italiano, ci sfida a guardare in faccia l’oscurità. Carne è una raccolta poetica con versi che pulsano, sanguinano ed esigono di essere sentiti.
Nell’ambito del lancio e della presentazione della sua opera al Festival Internazionale di Poesia Letra Lúdica, abbiamo parlato con lei per scoprire qualcosa di più sulle sue motivazioni e sulla sua visione della produzione poetica.
Cosa ti ha spinto a scrivere e, soprattutto, a scoprire il mondo della poesia?
La scrittura è figlia della lettura: leggendo molto, il suo passaggio è avvenuto in maniera del tutto naturale. La poesia, in particolare, mi permette di compattare uno stato d’animo e metterlo in luce.
Qual è stata la cosa più gratificante e la più impegnativa nel tuo percorso come poetessa?
Mettersi in gioco, smettere di nascondersi e il volere trattare temi delicati, sono il frutto di un percorso ad ostacoli, tipico della fase di crescita. Il risultato, quindi la mia ricompensa, è del tutto personale.
Con Carne, De Marco trasforma la poesia in un corpo vivo. I suoi versi, come piccole incisioni, aprono ferite profonde che costringono il lettore a confrontarsi con la propria vulnerabilità.
Cosa significa Carne per te?
Carne è «Un intervento a cielo aperto». Le parole intervengono come cura.
Cosa ti piacerebbe che i lettori provassero leggendo Carne?
La tentazione di indagare dentro di sè, senza paura. Tendo a lasciare, quasi sempre, l’ultimo verso aperto, senza punteggiatura, affinchè il lettore possa aggiungere qualcosa di inespresso.
Consideri la poesia uno strumento o uno stile di vita?
La poesia è pensiero, quindi un modo di essere. Non ci può essere nessuna costruzione intorno.
Incontro con il libro
Carne sarà presentata dalla poetessa spagnola Chus Hernández al Festival Internazionale di Poesia Letra Lúdica, dove leggerà e condividerà in spagnolo alcuni versi di quest’opera. Inoltre, la raccolta sarà protagonista di attività di lettura in Argentina, paese in cui è stata pubblicata dall’Editorial Revista Poética.
Quali differenze trovi nell’universo poetico scritto in italiano e in spagnolo?
Nessuno. La poesia è impalpabile e visibile allo stesso tempo. Cambia solo il modo in cui la si percepisce.
Oltre alle attività di promozione e diffusione di Carne, quali sono i tuoi prossimi progetti legati al mondo della letteratura e della poesia?
Quest’opera propone un viaggio inquietante che l’autrice costruisce con passaggi pieni di crudezza e bellezza. Una raccolta poetica dove le ombre non si nascondono, ma invitano a esplorare l’inesplorato.
Il libro può essere acquistato sui siti web delle librerie in Spagna e America Latina. In Italia è disponibile su Amazon.